Creta: un mare… di vino! (in Italian)
MILIARAKIS VINEYARD HOUSE – SAMBAS (ISOLA DI CRETA) – Quando sono partito per Creta i punti fermi della vacanza erano mare, sole e siti archeologici. Dalla gastronomia e dai vini non mi aspettavo granché, curiosità marginali, da provare come sempre in ogni viaggio, ma niente di più: come mi sbagliavo!
L’isola più grande della Grecia, la quinta del Mediterraneo, a due passi dalla “culla” della vitis vinifera mi ha stupito per la varietà, qualità e quantità dei vini prodotti. Ad introdurmi ai tesori enologici cretesi è stato un “cicerone” d’eccellenza (greco in questo caso), Nikos Miliarakis, giovane produttore di vino (Minos Wines) nonché presidente dell’associazione Wines of Crete.
Creta conta una trentina di cantine distribuite fondamentalmente in tre principali zone vinicole classificate come le nostre doc: Chania, la parte più occidentale, vanta un terreno ricco, buone altitudini e una maggiore piovosità rispetto al resto dell’isola. Heraklion, nel centro dell’isola, che si divide in tre sottozone Peza, Archanes e Dafnes, di queste le prime due sono composte da terreni con molto calcio ed altezza variabile tra i 250 ed i 600 metri, condizioni ideali per vitigni come vilana, kotsifali e mantilari, mentre la zona di Dafnes presenta un terreno più bianco ed è più arida, adatta ad un vitigno come il liatiko. Infine la terza area, a dire il vero alquanto povera di cantine, che è la parte più orientale di Creta, ovvero la zona di Sitia adatta a vitigni come liatiko, vilana e thrapsathiri per il clima molto secco.
La svolta della viticoltura cretese si è avuta dagli anni ’70 quando il crescente turismo da una parte ha causato una contrazione delle vigne dovuta all’abbandono delle stesse a favore del nuovo business mentre dall’altra ha giovato alla riqualificazione della viticoltura cercando di raggiungere qualitativamente gli standard dei paesi europei più famosi per il vino. Non a caso lo stesso Nikos ha studiato in Francia, come molti altri produttori della nuova generazione, e i risultati hanno fatto presto a venire.
I vitigni autoctoni cretesi sono ben undici, quattro rossi e sette bianchi: mantilari, kotsifali, liatiko e romeiko i rossi, vilana, vidiano, dafni, plyto, thrapsathiri, malvasia di Candia e moscato di Spina i bianchi. A questi si aggiungono le classiche uve internazionali usate spesso in uvaggio con gli autoctoni sebbene oggigiorno la tendenza dei produttori sia quella di promuovere i propri vitigni, così da esaltare quell’unicità che li può distinguere nel mare magnum della produzione vinicola mondiale.
Grazie a Nikos ho potuto degustare 23 vini, un modo per approfondire le diversità del terreno e delle uve adoperate nelle varie parti dell’isola. Dopo la cantina e il vino indico il paese di provenienza:
IDAIA Idaia 2012, Venerato: è vilana 100%, il vino bianco più famoso dell’isola, si distingue per la facilità di beva grazie ad un’acidità spinta. Il naso è abbastanza aromatico e mette in evidenza fiori gialli e frutta esotica, a seguire si denota già una certa mineralità.
MICHALAKIS Vilana 2012, Metaxochori: sempre giallo paglierino ma più spinto e complesso nei profumi tanto da ricordare vagamente la malvasia, si avvertono anche spunti balsamici e di erbette aromatiche. Citrico sul finale.
DOULOUFAKIS Enotria 2012, Dafnes: bottiglia difettosa, purtroppo.
TOPLOU MONASTERY Thrapsathiri & Vilana 2011, Toplou: complesso, al naso dominano fiori gialli e frutta gialla, anche candita. In bocca è rotondo, rivela un bel corpo e conferma la complessità olfattiva con ritorni di miele, roccia e corteccia.
DOURAKIS Linhos 2012, Alikampos – Apokoronas: passiamo ad un altro vitigno, il vidiano, definito il viognier greco. Si apre su profumi fruttati di albicocca e ananas molto intensi, a seguire miele ed erbe aromatiche. Anche in bocca si mantiene intenso, di una certa struttura e piuttosto lungo.
ZACHARIOUDAKIS Vidiano 2011, Plouti: al naso è meno carico del precedente e si sente decisamente l’apporto del legno con sentori di vaniglia e burro. Un po’ di albicocca e frutta secca in secondo piano. Il palato è corrispondente e con un ritorno alcolico ben avvertibile.
STRATARIDAKIS Moscato Spinas 2012, Kasteliana: un clone particolare di moscato dalla cantina più a sud d’Europa. Al naso e in bocca ricorda essenzialmente i nostri moscati secchi piemontesi, notevole corredo aromatico, corpo medio e buona acidità a sostenere la beva. Si distingue per una piacevole nota speziata di pepe bianco.
SILVA DASKALAKI Plyto & Sauvignon Blanc 2011, Siva: naso delicato su aromi floreali, fruttati di frutta esotica, agrumati di mandarino e spunti di pietra focaia. Bocca equilibrata, corrispondente ma più ampia che all’olfatto, il sauvignon è quasi impercettibile nei suoi caratteri tipici, dona sentori vegetali senza invadere. Discreta struttura.
DIAMANTAKIS Prinos 2012, Kato Asites: (50% malvasia di Candia e 50% chardonnay) gioca su sentori di frutta esotica e agrumati, aromi più da malvasia e corpo “cremoso” più da chardonnay. Buono l’equilibrio generale e la lunghezza.
BOUTARI FANTAXOMETOCHO Fantaxometocho 2012, Skalani: (60% chardonnay, 25% malvasia di Candia, 15% vilana) probabilmente l’azienda vinicola più grande della Grecia. Questo blend affinato qualche mese in legno manifesta un naso leggero di anans, agrumi con sottofondo sottile di miele, vaniglia e una punta di anice. Ben bilanciato, esprime una beva eccellente.
LYRARAKIS Assyrtiko 2012, Alagni: (100% assyrtiko) vitigno diffuso in tutta la Grecia, si esprime con un fruttato dalle note preminenti di pompelmo rosa e limone su un vegetale di erbe aromatiche. Bocca corrispondente e di bella intensità, leggermente più abboccato che al naso fa fatica in allungo per un’acidità un po’ carente.
KARAVITAKIS Malagouzia 2012, Pontikiana – Kolimpari: (100% malagouzia) naso non particolarmente espressivo su aromi di frutta bianca e gialla, leggero floreale e sottofondo minerale. In bocca rivela anche una nota “nocciolata”; cremoso ma beverino.
MEDITERRA Nea Gaia 2011, Kounavoi: (kotsifali e mantilari) lasciamo i vini bianchi per migrare verso i rossi con questo rosé. Il colore è molto carico, al naso è netta la frutta fresca di ciliegia e fragola. Anche in bocca dimostra intensità, corpo e struttura, quasi un rosso servito fresco.
PEZA UNION Nisos 2010, kalloni: (kotsifali e syrah) primo rosso della batteria dalla Cooperativa di Peza. A Creta Il kotsifali viene paragonato per caratteristiche al merlot. Decisa la frutta rossa specialmente di ciliegia matura, a seguire note minerali e di leggero balsamico. In bocca l’apporto del syrah è più evidente nelle sue nuance speziate. Corpo medio, tannini quasi impercettibili e buona acidità.
ALEXAKIS Syrah Kotsifali 2009, Heraklion: rispettivamente 40% e 60%, al naso la piccola frutta rossa e la ciliegia, leggero balsamico e uno spunto di oliva verde. Bocca più interessante, speziata finanche piccante sul finale.
TAMIOLAKIS Prophassi 2010, Choudetsi: (75% kotsifali, mantilari 25%) si apre su frutta rossa fresca per poi evidenziare anche la marasca e ricordi di frutta secca. Bocca abbastanza austera dove si eleva la frutta matura. Tannini presenti e di appezzabile fattura, bene l’acidità.
NIKOS GAVALAS Orimos 2010, Heraklion: (kotsifali, syrah, cabernet sauvignon) frutta rossa matura, sentore vegetale principalmente di peperone, leggera speziatura. Corrispondente al palato mostra una pregevole trama tannica e una buona acidità, legno sul finale.
TITAKIS Impetus 2009, Kounavoi: (60% merlot, 40% syrah) nonostante i vitigni internazionali piuttosto espressivi questo vino mi ha lasciato perplesso facendomi dubitare sull’integrità della bottiglia. Al naso piccola frutta rossa ma anche sentori di olive in salamoia. La bocca poi è piuttosto magra e di spiccata acidità.
MANOUSAKIS (NOSTOS) Alexandra’s 2010, Vatolakkos: (40% syrah, 40% mourvedre, 20% grenache) vino piuttosto “piacione” con naso ricco di aromi di frutta rossa e legno, più leggere le speziature di tabacco e incenso. In bocca è rotondo, vellutato e una ventata balsamica lo slancia un po’.
DOMAINE PATERIANAKIS Domaine Paterianakis 1999, Melesses: (80% kotsifali, 20% mantilari) profumi di frutta rossa matura, cuoio e spezie. Al palato è bilanciato ed elegante, sentori mandorlati e di pepe sul finale.
MINOS – MILIARAKIS Miliarakis Estate 2009, Peza: (80% kotsifali, 20% mantilari) arrivati praticamente alla fine della degustazione cominciavo a dubitare che Nikos volesse farmi assaggiare i suoi vini! Naso con frutta rossa in evidenza con intrigante speziatura a corollario. Elegante dal corpo di discreta struttura e tannini fini. Notevole la persistenza anche in considerazione della gradazione di solo 12,5°.
KARAVITAKIS Liastos from Romeiko 2006, Pontikiana: (100% romeiko) concludiamo in dolcezza con due passiti. Il primo si presenta con una simpatica bottiglia cilindrica dalle proporzioni quadrate che fanno pensare più ad un rhum che ad un passito. Alla vista è di un arancio solare entusiasmante. Il naso è un tripudio di profumi dove spiccano confettura di fichi, frutta secca di albicocca e pesca, miele. In bocca è molto concentrato e la carica zuccherina non è adeguatamente bilanciata dall’acidità, piacevole ma stucchevole.
EFROSINI Aureo 2007, Kerasia: (100% liatiko) dal colore pare quasi un occhio di pernice tanto è scuro. Il naso è decisamente più complesso e austero del precedente, alla frutta secca si associa la ciliegia sotto spirito, il miele e una nota floreale di ginestra. In bocca si avverte anche un leggero sentore biscottato ma, come per il precedente, l’acidità non riesce ad equilibrare la dolcezza stancando presto il palato.
Come dicevo all’inizio, i vini cretesi sono stati per me una sorpresa davvero piacevole, e spero che questa brevissima introduzione possa servire come incentivo per un viaggio in questa magnifica isola e per approfondire l’esperienza di una viticoltura così poco conosciuta da noi.